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Introduzione
Acqua di rubinetto o acqua imbottigliata? Spesso questa scelta non è né scontata né facile, tant’è che le statistiche italiane riflettono chiaramente questa indecisione.
Da un lato l’Italia si posiziona al 1° posto in Europa e al 3° posto mondiale per il consumo di acqua in bottiglia con 222 litri pro capite, ma dall’altro l’85% dell’acqua erogata dagli acquedotti italiani è considerata di ottima qualità poiché proviene da origini sotterranee.
Quel che è certo è che i consumatori tendono ad evitare l’acqua del rubinetto per preferire quella confezionata: il rapporto Istat dedicato alla Giornata Mondiale dell’Acqua dimostra che 1 italiano su 3 non si fida a bere l’acqua del rubinetto. Ma per quali motivi?
Cerchiamo di definire quali sono le differenze tra l’acqua del rubinetto e l’acqua in bottiglia, analizzando i principali pro e contro per capire quale sia la scelta migliore.
Acqua del rubinetto: caratteristiche
L’acqua da rubinetto proviene dalla rete idrica locale e viene prelevata da falde acquifere sotterranee o da corsi d’acqua superficiali. Solitamente le società erogatrici, le Asl o le Arpa competenti si occupano di certificare l’utilizzo e la potabilità dell’acqua erogata.
A differenza dell’acqua in bottiglia, l’acqua di rubinetto viene fornita direttamente in casa ad un costo molto basso e non necessita di ulteriori trasporti o imballaggi in plastica.
- Approvvigionamento
C’è da dire però che decenni di industrializzazione e di sviluppo agricolo hanno generato un progressivo inquinamento delle fonti idriche, tale da minare la fiducia dei consumatori.
L’Italia sconta lo stato delle reti idriche e degli impianti nazionali: il 60% è stato messo in posa più di 30 anni fa e il 25% ha più di 50 anni. Per questo motivo, le perdite idriche superano il 42% causando, soprattutto nell’area del Mezzogiorno, disservizi alle utenze.
- Controlli e normative
Non è un segreto che nelle fonti idriche italiane siano state trovate sostanze inquinanti come erbicidi, pesticidi, fluoruri e PFAS. Inoltre, l’acqua di rubinetto contiene una percentuale di cloro per sanificare gli acquedotti, ma che può anche causare odori e sapori sgradevoli.
In pochi però sanno che gestori ed autorità di controllo effettuano controlli costanti sulla qualità dell’acqua di rubinetto. Questa è regolamentata da normative più stringenti di quelle valide per l’acqua in bottiglia: in molti casi la composizione dell’acqua del rubinetto è migliore dell’acqua in plastica e presenta meno nitrati, solfati e microplastiche.
- Impressioni e reputazione
Alcune interviste sul servizio idrico in Italia indicano che la reticenza dei consumatori nel bere acqua da rubinetto deriva da vari fattori, oltre che dal sapore sgradevole e dal colore ambiguo: in generale si pensa che l’acqua in bottiglia abbia più benefici per l’organismo.
Ad influenzare ancor di più questa scelta è la scarsa fiducia nei controlli di potabilità, assieme ad un’erogazione dell’acqua soggetta a interruzioni e razionamenti.
Acqua in bottiglia: caratteristiche
L’acqua in bottiglia è facilmente reperibile in negozi alimentari o supermercati, e ha generalmente un sapore migliore rispetto all’acqua di rubinetto grazie all’assenza di cloro.
Le fasi di imbottigliamento, etichettatura e trasporto contribuiscono però ad aumentare sensibilmente il costo dell’acqua in plastica: il prezzo è decisamente più elevato rispetto all’acqua di rubinetto e può avere un notevole impatto sulle spese quotidiane.
- Approvvigionamento
Ogni anno in Italia vengono consumate 8 miliardi di bottiglie da 1,5l di acqua minerale: queste producono 280 mila tonnellate di rifiuti in plastica, spesso non riciclati correttamente e dispersi in discariche, inceneritori o, nel peggiore dei casi, nell’ambiente.
Altri numeri impressionanti riguardano le emissioni di CO2: per la sola produzione di nuove bottiglie in PET non riciclate, in Italia si stimano circa 850.000 ton di CO2 equivalenti.
- Controlli e normative
L’acqua in bottiglia e l’acqua del rubinetto sono regolamentate da normative differenti, e di conseguenza da criteri qualitativi diversi. Per legge, i controlli chimici e batteriologici dell’acqua confezionata specificati in etichetta possono avvenire anche 1 volta ogni 5 anni.
Molte acque imbottigliate in commercio contengono sostanze controverse in quantità maggiori rispetto ai parametri consentiti per l’acqua del rubinetto: tra queste si possono trovare l’arsenico, il nichel, il cromo trivalente, il manganese, il cadmio e alcuni solfati.
- Impressioni e reputazione
Quando il consumatore acquista una bottiglia d’acqua può fare una scelta attiva sulla base del tipo di acqua, della sua composizione o provenienza, dell’azienda che la produce: si tratta di una libertà decisionale che non è prevista per l’acqua del rubinetto.
Inoltre, la grande spinta di marketing a favore dell’acqua in bottiglia punta a enfatizzare benefici miracolosi per la salute, spesso esagerando, in diversi casi di pubblicità ingannevoli.
Le due acque a confronto
Sappiamo che bere acqua in bottiglia influisce pesantemente sull’ambiente e sulle emissioni di CO2, però abbiamo anche capito che l’acqua del rubinetto viene giudicata con sfiducia. Come orientarsi alla scelta della migliore acqua da bere per la propria salute?
Riportiamo di seguito un confronto sintetico tra l’acqua del rubinetto e l’acqua in bottiglia, sottolineandone i pro e i contro per trarre una conclusione definitiva.
ACQUA DEL RUBINETTO | ACQUA IN BOTTIGLIA | |
PRO | ✔ Costo molto basso ✔ Comodamente disponibile ✔ Non genera sprechi di plastica ✔ Produrla non crea inquinamento ✔ Controllata da normative più stringenti | ✔ Ampia possibilità di scelta ✔ Ha una reputazione migliore ✔ Non ha nessun retrogusto |
CONTRO | ✖ Dipende dallo stato delle reti idriche ✖ La sua composizione è migliorabile ✖ Ha una reputazione peggiore | ✖ Costo più elevato ✖ Trasporto necessario ✖ Alto consumo di plastica ✖ Genera molto inquinamento ✖ Soggetta a controlli meno rigorosi |
L’acqua del rubinetto offre più pregi rispetto all’acqua in bottiglia, ma non è esente da difetti. E se ci fosse un modo per aumentarne sicurezza e qualità? E se fosse possibile monitorare costantemente i parametri dell’acqua, avendoli sempre a portata di mano?
Un impianto di purificazione è in grado di abbattere le sostanze potenzialmente inquinanti presenti nell’acqua domestica agendo direttamente all’altezza del rubinetto, ed è la prova tangibile di una scelta consapevole orientata alla sostenibilità ambientale.
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